I trasporti incidono per il 23%, lavorare intensamente per obiettivi 2030
Nel 2024 si è registrato un calo del 3% dei gas serra rispetto all’anno precedente, principalmente per effetto del comparto che produce energia elettrica, settore che incide mediamente per un quarto delle emissioni nazionali e negli anni si è dimostrato tra i più efficienti in termini di riduzione dei gas climalteranti: questi sono diminuiti del 64% dal 1990 ad oggi.
Si conferma problematico il settore dei trasporti le cui emissioni continuano a crescere significativamente e rappresentano il 28% di quelle nazionali: derivano per oltre il 90% dal trasporto stradale e sono aumentate di circa il 7% dal 1990. Il parco veicolare italiano è tuttora caratterizzato da mezzi ad alimentazione tradizionale (benzina e gasolio) e negli anni il numero dei veicoli ha registrato una notevole espansione (oltre il 50%). Tutti gli altri settori economici registrano marcate riduzioni delle emissioni, ad eccezione della gestione dei rifiuti che però contribuisce solo al 5% del totale nazionale.
NAVIGAZIONE COSTIERA – La categoria dei trasporti include il trasporto stradale e ferroviario, il traffico aereo nazionale, i voli aerei internazionali (atterraggio e decollo) e la navigazione costiera, oltre ai consumi portuali delle navi che effettuano viaggi internazionali. Le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti hanno mostrato una significativa crescita storica dal 1990 al 2007, con un incremento del 26.8%. Tuttavia, a seguito della crisi economica, questa tendenza ha subito un’inversione, registrando una riduzione del 18% nel periodo 2007-2015. La tendenza discendente è visibile fino al 2017, con una diminuzione del 5% rispetto al 2015. Gli anni 2018 e 2019 hanno evidenziato un nuovo aumento delle emissioni, con un incremento del 4.7% nel 2019 rispetto al 2017, seguito da un calo nel 2020 del 18.6% rispetto al 2019, dovuto alle misure di lockdown per contrastare la pandemia da SARS-CoV-2. Si prevede che le emissioni aumenteranno fino al 2025, come effetto rimbalzo della fine della pandemia, influenzando in particolare l’uso delle auto private.
Dopo il 2025 e fino al 2040, si stima una riduzione delle emissioni del 27.0%.
Questo il quadro che emerge dalle prime elaborazioni dell’Ispra relative al 2024, presentate a Roma nell’ambito del convegno “Decarbonizzazione: costruire un futuro emissioni zero” promosso da Ispra. Disponibile online il rapporto “Le emissioni nazionali di gas serra, la situazione in Italia in vista degli scenari futuri”, che delinea il quadro emissivo italiano a partire dal 1990 fino al 2023 e presenta un’analisi degli scenari emissivi al 2030 e 2055 rispetto a quello di riferimento (a politiche correnti) e allo scenario a politiche aggiuntive previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Un focus specifico è dedicato agli obiettivi di riduzione delle emissioni, con particolare riferimento ai settori Effort Sharing e al ruolo del settore LULUCF nel bilanciamento delle emissioni. Compito dell’Ispra è elaborare e pubblicare annualmente l’inventario nazionale e ogni due anni gli scenari delle emissioni dei gas serra per trasmetterli agli organismi europei ed internazionali.
Il Rapporto conferma la tendenza alla riduzione delle emissioni dal 1990 al 2023, diminuite del 26,4% e passate da 518 a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Oltre ai trasporti e alla produzione di energia, un contributo importante alle emissioni totali è rappresentato dalle categorie del residenziale (18%), dell’industria manufatturiera (13%), dell’agricoltura (8%), dei processi industriali (6%), della gestione dei rifiuti (5%).
Rispetto agli obiettivi europei di neutralità emissiva al 2050 e di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, l’Italia è in linea su 2 dei 3 pilastri principali: sia per il target UE di riduzione del 62% rispetto al 2005 delle emissioni dei grandi impianti, dell’aviazione e del trasporto marittimo (Emission Trading System o ETS-1 ), come quello di assorbire la CO2 (obiettivo LULUCF – Land Use, Land use Change and Forestry) fissato per l’Italia a circa 35 milioni di tonnellate. Problematico, invece, l’obiettivo dell’Effort Sharing di ridurre le altre emissioni (trasporti, riscaldamenti, agricoltura, piccola industria ecc.) del 43,7% rispetto al 2005. Gli scenari Ispra indicano una riduzione del 30% al 2030 per quello a politiche correnti e -41% con politiche aggiuntive PNIEC.
Rapporto “Le emissioni di CO2 nel settore elettrico nazionale e regionale” scaricabile nel sito ufficiale www.isprambiente.gov.it/files2025/pubblicazioni/rapporti/rapporto-414-2025.pdf
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